A carte scoperte

Il rapporto tra una macchina da stampa e il tipo di carta usato è molto stretto.Ecco le carte che vorrebbero stampatori e produttori di stampanti.Il rapporto tra una macchina da stampa e il tipo di carta usato è molto stretto. Una “empatia” che determina costi di produzione, qualità del prodotto finito, durata della stampa e molto altro. Cosa chiedono ai produttori di carta gli stampatori e costruttori di macchine per fare meglio il loro lavoro? Ecco, in questa prima puntata, i pareri di alcuni operatori della stampa digitale.

C’è poco da fare i salti mortali quando un sistema di  stampa costato centinaia di migliaia di euro e capace di qualità e velocità eccellenti arranca e sbuffa cercando di stampare su una carta sbagliata. O meglio, magari perfetta per una tecnologia di stampa e inadeguata per un’altra, o per un tipo di testine, o per la velocità o la risoluzione prevista. Sono tanti i fattori in gioco e il binomio carta/macchina da stampa è fondamentale per raggiungere i massimi risultati possibili sia dal punto di vista della qualità sia da quello dei costi e della flessibilità. Prodotti stampati belli da vedere o economici, che durano nel tempo e costosi  o “usa e getta” ed economica… La carta giusta è importantissima, tanto che quasi tutti i produttori di macchine da stampa forniscono la propria o comunque certificano quelle adatte per lavorare con quel sistema.
Cose note. Ma andiamo oltre: quali tipologie di carte o servizi chiede il mondo delle arti grafiche alle cartiere per avere carte ancora più adatte alle loro esigenze? In questa prima puntata ci occupiamo di stampa digitale e abbiamo raccolto il parere di alcuni produttori di macchine e di alcuni stampatori. Nelle prossime toccheremo altre tipologie di stampa e sentiremo il parere di altri attori.

Tante soluzioni in commercio

“È molto difficile oggi dire alle cartiere quale potrebbe essere un prodotto o un servizio che manca” dice Dario Morelli, marketing & category manager sign & display dell Imaging Printing Group di Hewlett-Packard Italiana (www.hp.com). “Le soluzioni proposte nel mercato sono veramente tante e ogni stampatore deve trovare quelle che più possano essere coerenti con la propria tipologia di business e la propria offerta.  Mi capita spesso di confrontarmi con aziende che si lamentano dei bassi margini che la stampa della carta ‘semplice’ permette ormai di fare, ma la cosa che spesso lascia più perplessi è il fatto che spesso queste realtà non approfondiscono eventuali soluzioni di mercato alternative sfruttando al massimo la tecnologia che hanno in mano semplicemente cambiando il supporto di stampa e proponendosi in mercati differenti. Certo non è facile, ma non mancano nel mercato numerosi casi di successo in questo senso”. Morelli in particolare segue il mercato delle stampanti HP di largo formato che impiegano la tecnologia Latex. “Queste macchine possono utilizzare le carte e i supporti di stampa più disparati: dalla carta da pacco, a quella per le tovaglie usa e getta, dalla carta da parati alla carta Fine Art. Montano uno spettrofotometro integrato che consente di creare i profili Icc dei supporti utilizzati, e questo facilita di molto l’utilizzo di carte di svariato tipo”. HP testa i supporti di stampa a livello mondiale nella sua sede di Barcellona e pubblica sul suo sito un elenco periodicamente aggiornato di carte, suddiviso per tipologia di applicazione. Nel caso del Latex, ad esempio, si può trovare qui: www.hp.com/go/latexmediafinder.

Un approccio di progetto

Passiamo a un altro produttore di sistemi di stampa, Océ (www.oce.it) e in particolare al rapporto tra la carta e alcuni modelli di punta del produttore:  Océ ColorStream 3500 e i sistemi della famiglia Océ JetStream di più recente introduzione JetStream 1400 e JetStream 2000. “La gestione di un sistema Océ CS3500 o Océ JetStream è così complessa – afferma Giovanna Nuzzo, corporate communication & Crm manager di Océ – che ogni trattativa viene gestita con un approccio di progetto. Con queste apparecchiature il supporto cartaceo è determinante per la qualità dell’output finale e la produttività del sistema. Per questo motivo nella sede di Poing (vicino a Monaco di Baviera) abbiamo un Papierlab appositamente attrezzato, dove i nostri colleghi dell’R&D eseguono diverse tipologie di test, in collaborazione con le cartiere. I test vanno dalla misurazione delle caratteristiche di base come lo spessore, il peso, la ruvidezza. Poi vengono fatte altre valutazioni sul comportamento post-stampa della carta come l’asciugatura dell’inchiostro, la resistenza allo sfregamento delle sezioni stampate, per determinare il comportamento della carta nei sistemi di finitura. Quindi si testa la qualità dell’output e infine si procede con dei test massivi per determinare l’affidabilità del sistema su lunghe tirature”.
Océ non fornisce direttamente la carta al cliente, ma gli fornisce le specifiche. “Se la carta che vuole utilizzare rimane nell’ambito delle nostre raccomandazioni – sottolinea Nuzzo –  i suoi risultati sono garantiti, se invece vuole testare altre carte, possiamo procedere con i nostri test: il PapierLab e l’R&D sono disponibili proprio per dare risposte in questo senso.  Il nostro dipartimento della Ricerca & Sviluppo ha relazioni stabili con i principali fornitori del mercato e con quasi tutti gli altri effettuiamo regolarmente delle collaborazioni per i test. A seconda dell’azienda l’iniziativa può partire dalla cartiera che ci chiede come migliorare le proprie carte per questi sistemi. In alternativa noi, che abbiamo già definito delle raccomandazioni per le cartiere, possiamo contattarle nell’ambito di specifici progetti. Inoltre non ci limitiamo a cooperare con le cartiere, cooperiamo anche con i fornitori di materia prima, a cui forniamo le nostre raccomandazioni”. Ma qual è la carta che ancora manca e il suggerimento che Océ sente di dare alle cartiere? “Quello che ancora non siamo riusciti a trovare è una carta trattata per il digitale che dia risultati equivalenti alla carta offset. Inoltre, guardando al mercato italiano, mi piacerebbe che le cartiere italiane avessero rapporti più stretti con la nostra casa madre a Poing, per poter fornire con carte italiane i clienti Océ, i cui volumi stanno diventando sempre più significativi”.

Arrivare a 180 centimetri

Quello che lega produttori di carta e di macchine è comunque anche un rapporto politico-diplomatico. Tastiamo ulteriormente il terreno andando in prima fila, dagli stampatori che sono quelli che vivono sulla propria pelle i pregi e i difetti dei supporti di stampa. Cominciamo da Spazio81 (www.spazio81.it), punto di riferimento a Milano di chi vuole stampe Fine-Art Giclée, oppure fotografie elaborate e stampate con la massima qualità possibile. Le macchine che utilizzano sono principalmente delle Roland FJ-740 modificate per poter stampare utilizzando 12 inchiostri diversi (7 colori e 5 inchiostri a polvere di carbone) e per poter raggiungere una risoluzione di stampa di 3660 dpi. Macchine essenzialmente dedicate alla stampa Fine-Art, che è destinata principalmente alla stampa di mostre fotografiche e alla creazione di opere d’arte. “La scelta del materiale sul quale stampare riveste notevole importanza per noi”, spiega Alessandro Locatelli, figlio del fondatore Diego ed esperto di tecniche digitali. “Le carte per stampa Fine-Art Giclèe che abitualmente utilizziamo non contengono tracce di lignina, cloro e sbiancanti e sono in cellulosa di cotone 100%, pressate a caldo o a freddo a seconda del tipo di trama, esenti da acidi e con Ph neutro. Lo spessore della carta parte da una grammatura di 300 gr/mq a salire, perché nelle carte per Fine-Art cerchiamo buona stabilità e forza di superficie che consentono di contrastare l’arricciamento e le incurvature. La giusta porosità e tasso di assorbenza sono caratteristiche indispensabili che ricerchiamo per meglio controllare lo spargimento dell’inchiostro in fase di stampa.  Inoltre, il tipo di cotizzazione della carta è uno dei punti nevralgici nella scelta dei nostri materiali perché il trattamento di superficie a cui le carte Fine-Art sono sottoposte deve essere altamente qualitativo per favorire la penetrazione dell’inchiostro aumentandone la resa, il gamut e la profondità/incisione del colore e dell’immagine (soprattutto dei neri) e garantire una più rapida asciugatura delle stampe. Per noi di Spazio81 la ricerca continua e i test per la scelta dei migliori materiali di stampa in commercio è fondamentale in quanto, essa stessa, sinonimo di garanzia e qualità assolute”.
Nel tempo Spazio81 ha stabilito un buon rapporto diretto con i produttori di carta. “I nostri fornitori – afferma Locatelli – conoscono pienamente le nostre esigenze e sono partner tecnici seri e preparati che, all’occorrenza, sanno far fronte a richieste particolari o molto specifiche. Per quanto riguarda noi invece possiamo affermare di essere clienti che, oltre a movimentare un gran numero di ordini annuali, abbiamo un’ottima reputazione ed un elevato profilo. Tutto questo ci è stato indispensabile per riuscire, unici in Europa e con ogni probabilità nel mondo, a far tagliare e cotizzare, da un’importante cartiera europea, una carta Fine-Art in banda 188 cm appositamente per noi”. E per quanto riguarda qualche richiesta specifica? “Dai produttori di carta vorremmo che venisse alzata la misura dei materiali fotografici a getto d’inchiostro sino a 180 centimetri. Esiste oggi una varietà abbastanza ampia di materiali sino alla misura 150 cm. Ma poi si passa subito a materiali per ecosolvent nelle misure superiori” conclude Alessandro Locatelli.

Le vogliamo avoriate e certificate

Passiamo a Centro Stampa Digitalprint (www.digitalprintrimini.com) di Rimini, un’azienda che stampa esclusivamente in digitale prodotti che vanno dalla manualistica in bianco e nero ai fotoalbum a colori con due HP Indigo 7.500, una HP Indigo 5.500 (colori) e quattro Kodak Digimaster (bianco e nero). “La carta maggiormente usata nel digitale in bianco e nero è la uso mano 80-100 g/m2, oppure, sempre uso mano, l’avoriata, rispondendo alla specifica preferenza del mercato editoriale” racconta Francesca Cesarotti, responsabile dell’ufficio acquisti di Digitalprint. “Caso diverso è per la stampa digitale a colori, dove è determinante in termini qualitativi scegliere supporti certificati per le macchine da stampa HP Indigo (HP Certified Substrate). In particolare, le carte che usiamo sono del tipo patinate nelle varie  grammature (80-350 g/m2) e quelle speciali, come ad esempio le marcate o le colorate. Aumentiamo il valore delle carte normali con la plastificazione (opaca o lucida), la verniciatura Uv, oppure proponendo la stampa del bianco e la fustellatura digitale sulle patinate con plastificazione. Inoltre, lasciamo scegliere ai nostri clienti editori se aggiungere nei libri un inserto a colori stampato su una carta differente rispetto a quella dell’interno. In generale non abbiamo riscontrato problemi perché i supporti scelti per la stampa digitale a colori sono testati dalla cartiera assieme al centro R&S di HP. In rarissimi casi è capitato che le carte più porose bruciassero i retini sottili e lasciassero dei micro-fori nei fondini pieni”.
Interessante anche le richieste che Digitalprint fa ai produttori di carta “In questo particolare momento – chiede Francesca Cesarotti – ci piacerebbe trovare una famiglia di carte avoriate certificata FSC per il mercato editoriale a prezzo competitivo e con grammature da 80 a 300 g/m2 per stampare sia l’interno sia la copertina dei libri. In aggiunta una carta riciclata naturale a un prezzo “aggressivo” per i clienti che desiderano vedere l’effetto ‘sporco’ del recupero di fibre riciclate. L’aggettivo ‘aggressivo’ è riferito a una fotografia di mercato secondo cui il segmento delle carte riciclate è percepito in maniera distorta: vale i consumatori associano il prezzo all’aspetto ecologico: rispetto l’ambiente perché uso carta post-consumo e pertanto dovrei spendere meno”.

Formati più grandi e prezzi più piccoli

Infine abbiamo raccolto la testimonianza di Carlo Bai, grande esperto di stampa digitale e amministratore delegato delle ColorBy di Sesto San Giovanni, azienda che si rivolge sia al mercato professionale (www.colorby.com) per la stampa digitale, piccolo e grande formato, e la vendita di espositori, cartonati e così via, sia al mercato consumer (www.colorbyphoto.com) per la stampa digitale di prodotti come fotolibri, calendari e oggettistica foto. Il suo parco macchine comprende una HP Indigo 7000  (piccolo formato),  due  HP  L65500 e una HP L25500 (grande formato).  “La problematica più grande con le carte ora sul mercato – sottolinea Carlo Bai – è sicuramente la limitazione delle dimensioni delle carte disponibili oggi sul mercato.  Preferiremmo avere formati diversi per venire incontro alle esigenze di stampa dei nostri clienti e alle possibilità delle nostre attrezzature Large Format. Altra problematica non di minore importanza è la discontinuità nel reperimento dei materiali e delle tipologie di supporti a disposizione che sono in costante evoluzione, il che da un lato offre prodotti sempre nuovi ma d’altro canto, crea discontinuità nell’ offerta verso il cliente”. Ed infine, anche Carlo Bai ha una raccomandazione per le cartiere. “Sarebbe auspicabile una riduzione dei prezzi, avere a disposizione misure più appropriate e una continuità nell’offerta, sia per quanto riguarda la tipologia che per la reperibilità dei supporti.  Gradiremmo avere la possibilità di acquistare carte patinate di varie grammature (simili alle offset), cartoncini semirigidi o  pura cellulosa mono e bipatinati, supporti plastici riciclabili con buona stampabilità e adeguata finitura superficiale”.

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Moreno Soppelsa è un giornalista e fotografo con competenze nella diffusione di contenuti nei nuovi e vecchi canali, dalla carta stampata ai social media, dai siti Web alle App.

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