I segreti di una cartiera

Molte sono sono in crisi. Ma c’è qualche eccezione. È finita l’epoca delle medie cartiere generaliste. A sopravvivere sono i grandi gruppi e quelle che operano nelle nicchie. Che a volte riescono anche a prosperare grazie a investimenti in attrezzature e in nuovi prodotti. Come nel caso del Gruppo Cordenons. Abbiamo cercato di capire i segreti di questo successo.

In un panorama europeo sofferente per l’industria della carta ci sono per fortuna delle notevoli eccezioni a un trend ormai consolidato che vede sparire molte cartiere che annidano le loro origini nei secoli passati a fronte di pochissimi nuovi impianti. Tra queste eccezioni c’è anche una realtà italiana le cui origini risalgono nientemeno che al XVII secolo. È il Gruppo Cordenons, che con due stabilimenti nel Nord Est d’Italia, 280 dipendenti e un fatturato di 78 milioni di euro può essere definito come un gruppo relativamente piccolo nel mondo della carta. Ma con la “massa critica”, i prodotti e il dinamismo giusti per affermarsi in un contesto in cui stanno sopravvivendo soltanto i grandissimi gruppi e le piccole cartiere specializzate in prodotti di nicchia. Anzi, per prosperare dal momento che il fatturato di Gruppo Cordenons è cresciuto di dodici punti percentuali nel 2014 rispetto all’anno precedente e che ha la capacità finanziaria (e il coraggio imprenditoriale) per investire quest’anno diversi milioni di euro in tecnologie e rinnovo degli impianti. Il segreto? Aver puntato da sempre sulle carte speciali, da quelle tattili che simulano il tocco della plastica a quelle metallizzate (parliamo di tre tipologie di carte nel riquadro in queste pagine).

Un breve video sulla cartiera:

La storia

Gruppo Cordenons, sotto la guida di Ferruccio Gilberti, produce in due stabilimenti oltre 2.500 prodotti speciali per target e applicazioni (carte fini e tecniche, essenzialmente) per un totale di 35.000 tonnellate annue. Uno stabilimento è a Cordenons, in provincia di Pordenone, mentre l’altro è a Scurelle, in provincia di Trento. Come dicevamo, le origini di queste due cartiere risalgono ad anni lontani. Quella di Cordenons, appartenuta ai Conti Avanzo di Cordenons dal 1630, nel 1730 è passata nelle mani della famiglia Galvani, imprenditori della zona. Risalgono a questo periodo le citazioni del Senato dei Dogi circa l’importanza della «Cartera de Cordenon», fornitrice ufficiale di carta della Repubblica Veneziana. Dal 1984 la cartiera, completamente rinnovata nelle sue strutture, è sotto la guida di Ferruccio Gilberti e continua a essere orientata alla produzione di carte speciali di alta qualità. Nello stabilimento di Cordenons operano due macchine continue equipaggiate con un sistema di controllo informatizzato in linea, con una larghezza di bobina di 160 centimetri. Si differenziano essenzialmente per le grammature che vanno 60 a 1500 g/mq. A Cordenons sono all’opera anche due patinatrici fuori linea dotate di controllo informatizzato, quattro taglierine, sei goffatrici, una ghigliottina e due impaccatrici automatiche. Passiamo alla cartiera di Scurelle. Sorta nel 1715 e appartenuta a diverse famiglie veneziane, questa cartiera è stata acquistata nel 1936 dal Senatore Beniamino Donzelli che, assieme al genero Ferruccio Gilberti, ne ha rilanciato le sorti per poi passare, nel 1973, interamente sotto la guida della famiglia Gilberti. In questa cartiera è presente una macchina continua da 160 centimetri equipaggiata con un sistema di controllo informatizzato in linea, in grado di stampare carte fini  con grammature da 70 a 400 g/mq. Una taglierina completa la dotazione di Scurelle.

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La nicchia giusta

Il Gruppo Cordenons continua a crescere dal punto di vista del fatturato, come dicevamo, ma anche da quello del margine operativo lordo che nel 2014 rispetto al 2013 è salito del 45% (13,5% del fatturato) e da quello del cash flow netto (+60%). Risultati che hanno permesso di pianificare per il 2015 senza timori in tecnologia e rinnovo degli impianti 5,5 milioni di euro, 3,5 milioni dei quali per il nuovo impianto energetico. Le ragioni di questi risultati vanno essenzialmente ricondotte al fatto di aver sempre puntato esclusivamente su carte speciali, fini e tecniche: metallizzate, iridescenti, da quelle più innovative con effetti particolari che richiamano le sensazioni tattili e visive della plastica e dei tessuti alla moda a quelle più classiche, marcate, vergate e goffrate. Grossi investimenti in ricerca e sviluppo per «inventare» carte innovative e tutte le lavorazioni interne per finire subito le bobine che escono dalle macchine continue, dalle patinatrici alle goffratrici, per fornire ai suoi clienti carte con consistenze che vanno da 60 a 1.500 grammi al metro quadrato. I grandi brand del lusso sono tra i principali utilizzatori di queste carte e cartoncini, con i quali realizzano packaging, shopping bag o materiale di comunicazione, trasformandoli in parte integrante dell’immagine di prodotto. «Il nostro segreto – conferma Giorgio Monacelli, direttore tecnico centrale di Gruppo Cordenons – è di fornire carte e cartoncini a griffe che non sceglierebbero mai supporti banali per la scatola di un profumo o di un foulard. Il fatto di avere un importante reparto di ricerca e sviluppo e di poter fare internamente le finiture quali goffratura e patinatura ci permette di creare carte che sono praticamente abiti su misura per i nostri clienti. È grazie a queste peculiarità che riusciamo a crescere in un mercato difficile, dove sembra esserci spazio solo per i grandissimi gruppi con produzioni generiche e per le piccole realtà specializzate come la nostra. Non è un caso che le medie cartiere in Europa stiano man mano sparendo».

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 Bravi in innovazione

  Un gruppo come Cordenons specializzato in carte speciali, al quale vengono chiesti supporti sempre nuovi per stupire e differenziare anche dal punto di vista del prodotto stampato, non può quindi dormire sugli allori. «Ogni anno – ci racconta Katia Tedeschi, direttrice marketing di Gruppo Cordenons – mettiamo a punto un paio di prodotti nuovi, che solitamente nascono dal nostro reparto di ricerca e sviluppo interno o da input dei nostri clienti. L’ultima nata è la carta tattile Papermilk, prodotta con fibre di latte, linter di cotone e fibre di pura cellulosa vergine». Papermilk  è un’idea della creativa italiana Susanna Bonati e realizzata in collaborazione con Cordenons Spa. Questa carta si contraddistingue per la sua morbidezza e per un effetto vellutato molto gradevole. È stampabile in offset, termografia, stampa a caldo, rilievo a secco, tipografia e laser. «Contenendo il 40% di cotone – precisa Tedeschi – non è sempre facile da trattare, ma con gli accorgimenti che i buoni stampatori sanno attuare si possono ottenere buoni risultati con tutte le tecniche di stampa, compresa l’offset». Papermilk, certificata FSC, è prodotta nel formato 72×102 centimetri e nelle grammature 140, 250 e 350 gr/mq. Questa carta è stata tra le protagoniste del LuxePack di Monaco che si è tenuto lo scorso ottobre e durante il quale Gruppo Cordenons è stato premiato con il Luxury Packaging Awards nella categoria shopping bag. Al LuxePack una nuova brochure della gamma Natural Evolution ha fatto il suo ingresso, arricchendosi del Natural Evolution Recy. La versione Recy contiene il 30% di fibre riciclate certificate FSC e il suo colore si differenzia dall’Ivory e dal White per la sua naturalezza, collocandosi, in termine di gradazione, tra i due. «Papermilk, Natural Evolution Recy e tutte le carte di Gruppo Cordenons – sottolinea Tedeschi – sono il frutto di una ricerca accurata delle esigenze della clientela e dell’ambiente. L’impegno profuso a favore della tutela dell’ambiente nasce dalla consapevolezza che le prestazioni ambientali di un prodotto vadano valutate nella loro accezione più generale e non solo nei piccoli e ristretti confini del settore. Da qui l’utilizzo di fibre di latte, linters di cotone, fibre riciclate, fibre di pura cellulosa vergine, importanti investimenti e attenzione alle richieste del mercato unite a capacità produttive uniche».

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 Carte di successo

Se Papermilk rappresenta l’ultima nata in casa Cordenons, la capacità di inventiva in fatto di carte è testimoniata da altri due prodotti storici del gruppo italiano:  Stardream e  Plike. Vediamo a partire da quest’ultima il cui nome è la contrazione dei termini plastic e like e indica carte e cartoncini realizzati con fibre di cellulosa vergine colorate nell’impasto, patinate su uno o entrambi i lati con uno speciale prodotto, frutto del know-how Cordenons, che rende la superficie simile alla plastica. Le applicazioni spaziano dal packaging di lusso alle edizioni di prestigio ai biglietti da visita. Questo prodotto si può stampare in offset, in serigrafia, con stampa a caldo, rilievo a secco, si può verniciare, fustellare, accoppiare. La superficie ha tuttavia un assorbimento molto modesto, per cui in stampa offset è consigliato l’uso di inchiostri ossidativi, con aggiunta di essiccante nel caso di lavori con cariche impegnative.         Un altro dei fiori all’occhiello di Gruppo Cordenons è la consolidata linea Stardream, che come la gran parte delle carte Cordenons è certificata FSC, composta da carte e cartoncini realizzati con fibre di pura cellulosa vergine ECF (Elementary Chlorine Free), colorati nell’impasto e finemente patinati con pigmenti perlescenti. La caratteristica saliente è rappresentata dalle superfici multicolore con insoliti effetti madreperlacei, metallizzati, iridescenti o cangianti che variano dominante cromatica a seconda dell’angolo di osservazione. È disponibile in versione liscia, goffrata e anche in versioni per HP Indigo e stampa laser in genere. «Siamo stati tra i primi al mondo a lanciare una carta metallizzata e a introdurla nei mercati asiatici, tanto che tutte le carte simili dei produttori che si sono successivamente inseriti nella nostra scia, venivano chiamate con il nome della nostra» conclude divertita Katia Tedeschi».

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Moreno Soppelsa è un giornalista e fotografo con competenze nella diffusione di contenuti nei nuovi e vecchi canali, dalla carta stampata ai social media, dai siti Web alle App.

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