Nella fabbrica del giocattolaio

Visita a una grande industria di giocattoli in plastica – Androni ogni anno produce milioni di secchielli da mare, palette, camioncini, formine. E altrettanti mattoncini Lego compatibili. Panoramica a fuoco

Mario Androni fa il giocattolaio per passione. Un sentimento che lo ha animato sin da quando ha fondato la sua Androni Giocattoli (www.andronigiocattoli.it) nel 1974, con poche presse e tanta buona volontà. Una passione che non lo ha abbandonato nemmeno oggi, nel suo ruolo di imprenditore di un’azienda che con 60 dipendenti ha fatturato nel 2013 circa 30 milioni di euro. Una società nella quale continua a investire in nuove linee ad elevata automazione e nelle ricerca costante di nuovi prodotti da mettere sul mercato (almeno uno al mese, come dice orgoglioso il fondatore).

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Con una cura maniacale per la qualità del prodotto, consapevole che i suoi prodotti di plastica, come dice Androni «vanno nelle mani dei bambini e non sono casse di frutta per il mercato ortofrutticolo che possono essere fatte anche con gli scarti di pessima qualità». Ed è per questo che si rifiuta ostinatamente di usare plastica rigenerata, respingendo sdegnosamente le osservazioni di chi lo vorrebbe più attento anche agli aspetti ecologici del suo lavoro. Così come non vuole avere rapporti con chi vorrebbe fare affari con lui senza mettere sul tavoloi quella che ritiene essere la giusta etica del suo settore. Un esempio? Ha praticamente messo alla porta ogni acquisitore della grande distribuzione, colpevole di dettargli condizioni inaccettabili. «Nella nostra vita – spiega – non abbiamo mai fatto un listino sconti. Ci vantiamo di avere una logica di prezzi che non distingue tra grandi e piccoli. La grande distribuzione purtroppo non compra un prodotto, ma uno sconto. Valutano i prodotti guardandoli spesso soltanto in fotografia, senza impegnarsi a fondo per toccare con mano la loro qualità. E questo è triste e deludente».

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Alti e bassi

Questo atteggiamento, seppur sostanzialmente fondato, unitamente al fatto che Androni Giocattoli non ha ancora una strategia ben delineata di e-commerce, non consente all’azienda di Varallo Pombia (NO) di avere una distribuzione all’altezza della qualità dei prodotti che propone, anche se gran parte della produzione (attualmente l’80%) viene collocata all’estero. «Siamo indubbiamente mal distribuiti – ammette Androni – e la riprova è che ci arrivano continuamente e-mail di clienti che non riescono a trovare nei negozi i nostri prodotti».

Il fatturato ne risente, ma non in maniera plateale. Nel 2010 aveva raggiunto i 37,5 milioni di euro, a coronamento di una crescita vertiginosa negli anni immediatamente precedenti: +30% nel 2008 rispetto al 2007, +30% nel 2009, +41% nel 2010. Poi, nel 2011 una prima flessione di due punti percentuali e un crollo del 30% nel 2012. Oggi il trend si è invertito di nuovo, con un 2013 che si è chiuso in crescita anche se non è stata ancora del tutto recuperata del tutto la perdita di fatturato del 2012. «Un calo che non si riflette nella nostra struttura industriale – spiega tranquillo Androni – perché nei momenti di picco ci rivolgiamo a terzisti invece di assumere senza criterio e investire in linee che non hanno una giustificazione nel lungo periodo».

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Le licenze

Il calo di fatturato del 2012 è comunque dovuto solo in parte alle difficoltà di distribuzione, che sono “endemiche” nell’industria di Androni. Il lavoro del giocattolaio è strettamente legato all’andamento delle licenze acquisite. Hello Kitty, da sempre la più forte di casa Androni, ha avuto un picco nel 2010 (tanto che in quell’anno ha pagato 1.930.000 di royalty), raffreddandosi negli anni successivi probabilmente per la saturazione del marchio in altri ambiti. I prodotti con marchio proprio e le altre licenze non hanno compensato il calo. Mario Androni è alla costante ricerca di nuove licenze, ma non è facile indovinare il personaggio giusto su cui investire. «Ci sono aziende che ci chiedono anche 300.000 euro per una licenza a rischio, oltre al pagamento delle royalty del 12-13% su ogni singolo articolo. Non posso permettermi di sbagliare su cifre simili e il prezzo voglio farlo io, avendo dimostrato di saper lavorare bene in questo senso» si infervora Mario Androni. Un dall’esito deludente è legato ai Gormiti, che non ha dato risultati sperati perché acquisiti troppo in ritardo sul mercato. Un investimento di “soli” quarantamila euro, comunque. A volte l’accortezza paga.

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La produzione

Nello stabilimento di Androni Giocattoli sono al lavoro decine di macchine continuamente rinnovate, la più vecchia delle quali ha una decina di anni. Un parco macchine fresco, fatto di presse per lo stampaggio a iniezione Bodini, BMB, Negri Bossi, quasi tutte automatizzate con robotica Irobi. In particolare spiccano le presse Bodini con automazione Irobi Caddi 2 delle linee dedicate alla produzione di secchielli da mare realizzati con tecnologia IML. Prima dell’introduzione dell’In Mold Labeling i secchielli venivano decorati con stampa offset. Ora escono già dalla stampante a iniezione con il decoro che è parte integrante del prodotto: il sistema Irobi preleva con un apposito manipolatore la pellicola da un magazzino e la posiziona all’interno dello stampo in modo che la plastica inglobi la pellicola. L’attuale tempo ciclo per la stampa di un secchiello è di appena undici secondi, uno dei quali è destinato al decoro. Un ottimo risultato che testimonia la capacità di innovazione di Androni. Così come, per fare un altro esempio, è innovativo il sistema brevettato che consente di collegare le ruote di plastica ai camioncini senza dover ricorrere a mozzi in metallo. Un prodotto molto resistente, a prova di bambino, frutto dell’attenzione del giocattolaio piemontese per ogni singolo dettaglio dei prodotti che pensa e costruisce. Che a volte abbiamo in casa senza sapere che siano stati costruiti dalla sua azienda. Come ad esempio i particolari in plastica che uniscono i binari in legno dei trenini venduti da Ikea o le loro gallerie, stampati proprio da Androni Giocattoli. Che non ama fare pubblicità diretta per sua azienda, preferendo sponsorizzare un team ciclistico per far girare il marchio. Che vediamo anche quest’anno sulle magliette della “Androni Giocattoli Venezuela”, squadra maschile italiana di ciclismo su strada.

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Il paradiso dei giocattoli

Entrare nel grande showroom dello stabilimento di Androni è come entrare nel paradiso dei giocattoli ed è un vero peccato che la politica commerciale di Mario Androni preveda di vendere soltanto a distributori e a selezionati negozi di giocattoli, anziché direttamente al pubblico magari tramite negozi diretti o corner specifici. Un tripudio di plastica coloratissima e di ottima qualità che si materializza di volta in volta in mattoncini compatibili con il formato Lego Duplo, camioncini, secchielli, palette, giochi da spiaggia e da giardino. Tutti decorati con marchi acquisiti in licenza o creati internamente. Le licenze sono di Hello Kitty (per i giochi da mare e i mattoncini Unicoplus), Filly, Cuccioli Cerca Amici e Steffy Love (giochi per il mare) e Ape Maya per i mattoncini compatibili. I marchi di Androni Giocattoli sono ancora più numerosi e comprendono, oltre Unicoplus che identifica i mattoncini compatibili, Sport Line, SummerTime, Green Garden, Poppy Friends, FerryBoat e tanti altri. Difficile non avere in casa, se si hanno bambini, un prodotto uscito dallo stabilimento del giocattolaio piemontese.

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Moreno Soppelsa è un giornalista e fotografo con competenze nella diffusione di contenuti nei nuovi e vecchi canali, dalla carta stampata ai social media, dai siti Web alle App.

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