La fabbrica dei motoriduttori
| |Mini Motor è un’azienda emiliana che ha il vantaggio di costruire internamente sia i motori sia i riduttori, garantendo così l’integrazione ottimale dei dispositivi.
L’Emilia-Romagna, ancora oggi tra le regioni europee più industrializzate, ha un’impressionante concentrazione di distretti che spaziano dalla meccatronica al biomedicale, dal packaging al motoristico. Ed è anche il “terreno di coltura” nel quale è nata e si è sviluppata Mini Motor (www.minmotor.it), l’azienda fondata nel 1965 da Gianfranco Franceschini per produrre essenzialmente motoriduttori con potenze frazionarie adatti per le molteplici applicazioni industriali costruite nei vari distretti della zona. L’azienda ha trovato nel tempo il suo equilibrio in un mercato popolato sia dalle grandi multinazionali del comparto sia dalla concorrenza di prodotti a basso prezzo provenienti dall’Estremo Oriente. In che modo? Semplicemente puntando sulla qualità assoluta dei suoi prodotti, su uno studio attento del design e sulla capacità di personalizzare i motoriduttori che costruisce internamente. È infatti una delle poche aziende che produce nel suo stabilimento di Bagnolo in Piano (RE) sia i motori sia i riduttori e questo le permette di poter proporre dispositivi progettati ad hoc in base alle specifiche richieste dei clienti agendo su tensioni, frequenze, tipologia di motori, encoder e freni elettromagnetici integrati, classi IP e così via. Più in dettaglio Mini Motor produce motoriduttori coassiali a ingranaggi e a vite senza fine (sia in corrente continua sia alternata), regolatori elettronici per motori monofase con retroazione tachimetrica, inverter con possibilità di posizionamento e servomotori brushless, con e senza riduttore epicicloidale, nonché i relativi azionamenti. «Il nostro obiettivo principale – afferma Andrea Franceschini, figlio del fondatore ed export manager di Mini Motor, operativo in azienda assieme alla sorella Lorella (direzione commerciale) e al fratello Marco (sviluppo e progetto) – non è tanto quello di fornire un prodotto a catalogo, ma di entrare come attori quando sono necessari prodotti speciali per i quali l’offerta standard sul mercato non riesce a soddisfare particolari richieste sul versante di dimensioni, gravosità delle applicazioni, range estremi di temperatura (anche da -50° a +50°) e così via».
La qualità e l’integrazione
Dicevamo che sin dall’inizio Mini Motor ha puntato sulla qualità assoluta dei propri prodotti. È stata una strategia che alla fine ha pagato e paga, dal momento che l’azienda emiliana ha risentito solo marginalmente della crisi del 2009 con una perdita di fatturato di venti punti percentuali subito recuperati l’anno successivo con una crescita del 35% confermata anche nel 2011, miglior anno di sempre per Mini Motor. E il 2012, altro anno orribile per molte aziende del comparto, si è chiuso con una contrazione di appena cinque punti percentuali su quello precedente. «Abbiamo sempre voluto essere – spiega Gianfranco Franceschini – un baluardo nel perseguimento della qualità assoluta, anche se questo filo conduttore, che portiamo avanti con successo anche oggi, inizialmente non sembrava pagare perché, soprattutto negli anni 70, molte aziende concorrenti puntavano più sulla quantità che sulla qualità per sopperire alla grande richiesta di mercato di allora». Una scelta oculata e coraggiosa, visto che molte delle aziende che all’epoca hanno fatto la scelta opposta oggi non sono più presenti sul mercato. Così come è stata indovinata la strategia di costruire internamente il motoriduttore finito. «A differenza della maggior parte dei nostri competitor – conferma Andrea Franceschini – che sono nati esclusivamente come riduttoristi o come motoristi, assemblando i motoriduttori e acquistando sul mercato la parte che non producevano, noi forniamo il pacchetto completo ai nostri clienti sin dagli anni 80. Anche questa scelta ci ha dato ragione, perché la progettazione e la costruzione in fabbrica di motori e riduttori consente di ovviare ai problemi di connessione, di interfaccia e di perdita di qualità che si possono verificare nel caso contrario. Per fare un esempio, se viene impiegato un motore che ha una qualità inferiore a quella del riduttore si perdono inutilmente tutti i benefici di quest’ultimo una volta ottenuto il motoriduttore finito. Inoltre, grazie alla nostra filosofia di progettazione, possiamo costruire motoriduttori estremamente compatti senza perdere assolutamente in precisione».
I nuovi prodotti
Dopo qualche tempo senza lanciare nuovi prodotti, forti delle serie già in essere che non accusavano comunque segni di debolezza, quest’anno è particolarmente florido di novità per Mini Motor. Sono stati infatti lanciate (o stanno per esserlo, in alcuni casi) ben quattro nuove serie di prodotti: il motoriduttore XC a vite senza fine con interasse da 38 mm, il servomotore brushless DBS con azionamento integrato e i motoservoriduttori brushless MCBS MCFBS a vite senza fine in Classe IP65 o IP67, oltre che nuovi convertitori di frequenza e azionamenti brushless fino a 0,75 Kw.
Diamo brevemente uno sguardo ad alcune di queste novità, cominciando proprio dalla nuova serie XC. «Sarà prodotta – afferma Andrea Franceschini – con la consueta compattezza e design tipica dei prodotti Mini Motor, racchiusa in una lunghezza fuori tutto per la versione da 750 W di soli 288 millimetri. Con protezione IP65 standard, i motori trifase saranno disponibili in due versioni, 2 poli e 4 poli, con tre livelli di potenza ognuno. In futuro sarà disponibile anche la versione IP67 come ormai è tradizione dell’azienda». Passiamo quindi ai servomotori DBS, che saranno il «vero fiore all’occhiello della nuova produzione» spiega Franceschini. «Infatti – prosegue il manager e socio di Mini Motor – si tratta di una serie di prodotti ultracompatti in due taglie (55 mm e 80 mm), caratterizzati da quadro di sezione con potenze fino a 500 W e 2,5 Nm di coppia, azionamento a bordo con bus di campo e tensione disponibile di 24 e 48 Vdc. Grazie all’encoder assoluto multigiro vi sono ampie possibilità di regolazione di posizione, velocità e coppia. Per questi dispositivi è possibile scegliere tra profibus e canopen, relativamente ai bus di campo, mentre altri bus saranno disponibili in futuro. A questa serie può essere aggiunto vite senza fine o riduttore epicicloidale a gioco ridotto».
Passiamo ai prodotti MCBS ed MCFBS, che rappresentano l’evoluzione moderna dei motoriduttori vite senza fine. Su questi modelli Mini Motor ha applicato il riduttore trentennale MC ai suoi motori brushless BS, riuscendo a conseguire un interessante rapporto prezzo/prestazioni. In questa gamma vi è la possibilità di dieci rapporti di riduzione diversi, partendo dai 4000 rpm del motore. Sono caratterizzati da una forma completamente chiusa, senza ventilazione. Le opzioni comprendono encoder, resolver e anche freno elettromagnetico.
Infine, in sostituzione della ormai vecchia gamma Drivert e Mininvert, sarà lanciata sul mercato la nuova serie Miniaction progettata per comandare sia i motori asincroni trifase fino a 0,75Kw che i motori brushless fino a 2,5 Nm con caratteristiche estremamente moderne di compattezza e prestazioni. Tutta la serie sarà contraddistinta da prezzi estremamente competitivi.
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