Il laboratorio che fa la differenza

Visita a una bella azienda di confezioni in controtendenza – In un mercato difficile Orietta Barzaghi riesce a crescere con lenta costanza. Ecco come.

Questa è una bella storia di imprenditoria italiana illuminata. Una storia fatta di persone che amano il proprio lavoro e sanno che quando si fanno le cose per bene i risultati arrivano sempre e non c’è crisi globale che possa intaccare seriamente la loro attività. Stiamo parlando di Orietta Barzaghi, che è la ragione sociale di un’azienda di confezioni di Lomazzo (CO) ma è anche il nome della persona che, con il padre Angelo, l’ha fondata nel 1983 e che ora la guida assieme al marito Claudio Gervasoni. Una realtà con una ventina di dipendenti e un fatturato in costante crescita anno su anno, con un 2013 che si è chiuso con ricavi del 10% superiori al risultato del 2012. Un aumento di dieci punti percentuali in un contesto di mercato che evidenzia un maggior numero di “meno” che “più” nei bilanci delle aziende che operano nel tessile. Segno di una strategia vincente.

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La storia

Come accade spesso in Italia, Orietta Barzaghi e la sua famiglia lavoravano come terzisti per il Gruppo Ratti di Guanzate, una delle più importanti realtà industriali dello scenario tessile mondiale del lusso, producendo tessuti e accessori per la donna, per l’uomo e per la casa. Un’attività familiare, con un paio di dipendenti, in uno spazio ricavato all’interno dell’abitazione. Nel 1987 Claudio Gervasoni, un esperto di logistica che, dopo essere passato di incarico in incarico dando il suo apporto di innovazione a varie società dei più disparati settori (dalla Vestro alla Beiersdorf), è approdato alla Ratti per occuparsi dei magazzini del greggio, dei semilavorati, dei quadri e del prodotto finito, ma anche per seguire l’attività delle decine di lavoranti a domicilio dell’azienda tessile comasca e dei laboratori conto terzi. In questo ruolo ha preso contatto con la famiglia Barzaghi per spiegare loro che i terzisti poco strutturati non erano più strategici per Ratti e per invitarli a ingrandirsi non volendo rinunciare al loro apporto qualitativamente elevato. Orietta Barzaghi ha accolto lo stimolo e si è trasferita in una sede più grande, di un centinaio di metri quadrati, arrivando a un organico di sei dipendenti, anche se con solo due clienti. Nel 1998 Claudio Gervasoni, andato in pensione dopo un’altra breve esperienza in un’azienda tessile (meno strutturata, ma molto più creativa e che faceva e fa dell’innovazione il suo punto di forza) era intenzionato a sfruttare le sue conoscenze dedicandosi alla consulenza. Orietta Barzaghi, che nel frattempo era diventata sua moglie, gli ha però proposto di entrare a far parte dell’ azienda.

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Lo sviluppo

«Ho accettato con piacere – spiega Gervasoni – ma con molta onestà ho detto a mia moglie che avrei sviluppato l’azienda in una direzione completamente diversa da quella intrapresa fino a quel momento. Orietta (che è il vero cuore pulsante dell’azienda e che, ieri come oggi, coordina il personale e promuove tutte le iniziative per ottenere il miglior risultato) ha condiviso che per crescere in un mercato caratterizzato da una forte concorrenza bisognava ampliare il numero dei clienti proponendo lavorazioni sempre più complesse e non alla portata di tutti, rivolgersi a committenti di pregio che consentissero di avere margini adeguati, inserire personale proveniente da diversi settori per creare un team in grado di rispondere agli obiettivi di qualità e creatività prefissati e appoggiarsi a istruttori provenienti dall’Istituto Secoli di Milano per migliorare il livello di preparazione dei collaboratori. Duecento milioni di lire investiti in nuovi macchinari, il trasferimento nell’attuale sede di 400 metri quadrati (che entro agosto sarà ampliata con la costruzione di una palazzina di 150 metri quadrati), un controllo attento interno della qualità, un’organizzazione produttiva estremamente flessibile, una continua ricerca di nuove proposte, ma soprattutto un gruppo di persone che svolgono il loro lavoro con passione e professionalità, ci hanno permesso e ci consentono di lavorare con le più importanti aziende del settore».

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Certificati sul campo

Oggi il team è composto da venti dipendenti provenienti da realtà che spaziano dall’arredamento alla confezione, in modo da avere all’interno una gamma di competenze la più vasta possibile. A loro, alcuni anni orsono, si è aggiunto Andrea, figlio di Gervasoni, che ha portato la sua esperienza nel campo grafico e fotografico e si sta calando sempre più in una realtà che richiede grande passione e sacrificio ma che nel contempo da grandi soddisfazioni. «Vedere il proprio lavoro ad una sfilata ripaga ampiamente di tutte le corse fatte e le notti insonni per pensare alla migliore soluzione» afferma Andrea Gervasoni. I clienti sono passati da due agli attuali 15 attivi in media. Claudio Gervasoni aveva anche iniziato il percorso per la certificazione di qualità, che ha concluso senza però aderire al pagamento annuale indispensabile per fregiarsi di un marchio di certificazione preferendo convogliare queste risorse altrove. «La vera certificazione – spiega – la otteniamo dai nostri clienti, tra i quali vi sono prestigiosi brand, che effettuano periodiche ispezioni per controllare la qualità del nostro lavoro. E per uno di loro facciamo parte del team che effettua i controlli presso i fornitori che hanno dato luogo a percentuali di difettosità superiori agli standard richiesti. Un grande riconoscimento».

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Il modo di lavorare

Il flusso interno delle lavorazioni si dipana tra i reparti di taglio, cucitura, stiratura, controllo qualità e abbigliaggio. Una commessa interna segue ogni fase delle lavorazioni, riportando i tempi necessari per completare ogni lotto. Il calcolo del tempo medio necessario per eseguire le lavorazioni è stato fatto a monte, in sede di prototipia, in modo da consentire a Claudio Gervasoni di stabilire il giusto prezzo delle lavorazioni prendendo come riferimento il valore medio di almeno tre prototipi. «Il mio compito però, nell’interesse dell’azienda e dei miei clienti, è quello di “interpretare” il prezzo – afferma Claudio Gervasoni – che può ridursi significativamente qualora alcune delle lavorazioni più banali o che richiedono una specializzazione saltuariamente utilizzata vengano delegate a strutture esterne. Nel caso dell’orlo a mano, ad esempio, ci avvaliamo di due grandi laboratori all’estero. Sono andato personalmente a ispezionarli e, per le lavorazioni più articolate, il nostro personale invia le istruzioni passo passo su come devono procedere per rispondere ai nostri standard. Il mio obiettivo è quello di ottimizzare i costi in modo da poter individuare il prezzo più corretto per ogni singola lavorazione».

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Le attrezzature

Nella sede di Lomazzo dell’azienda ci sono le attrezzature tipiche di una confezione: da una cinquantina di macchine per cucire (piana, tagliacuci, ajour, due aghi, trasporto punta d’ago, doppio trasporto, punto cavallo e così via) alla taglierina a caldo, dagli stiri professionali alla macchina da taglio. «Per quest’ultima – racconta Gervasoni – ho chiesto al produttore una serie di modifiche per renderla più efficiente, dal momento che era strutturata in modo tale che l’operatrice non riusciva a vedere il punto di taglio se non dopo averlo effettuato. Il produttore è intervenuto con una modifica che poi ha applicato di serie alle sue macchine. Abbiamo fatto installare anche un sistema laser per facilitare le operazioni di taglio, visto che quando si tratta di operare su bordini da un centimetro sarebbe già troppo un errore di un millimetro». La macchina da taglio è stata costruita dalla Frigerio&Corazza di Villaguardia (CO). L’abilità dello staff e le attrezzature ben calibrate consentono alla Orietta Barzaghi effettuare lavorazioni complesse con risultati in linea con le aspettative dei severi committenti. «Come nel caso – conclude Gervasoni – dell’assemblaggio di tessuti diversi dove precisione ed esperienza sono fondamentali, soprattutto nel caso di prodotti che devono essere uniti in diagonale. Un’operazione che comporta l’allungamento del tessuto, per cui occorre veramente una particolare attenzione e una grande professionalità per ottenere il risultato voluto».

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Moreno Soppelsa è un giornalista e fotografo con competenze nella diffusione di contenuti nei nuovi e vecchi canali, dalla carta stampata ai social media, dai siti Web alle App.

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